fisco

Il problema delle tasse non pagate da giganti della tecnologia in diversi paesi del mondo, sta scatenando un grosso movivento polemico anche a seguito del profondo periodo di crisi, e soprattutto adottando una serie di strategie che permettono di pagare tasse in paesi che richiedono il pagamento di tasse meno esose.
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Oggi 21 Maggio, Tim Cook è atteso al Congresso di Washington per rispondere alle domande degli investigatori di Capitol Hill che hanno accusato Apple di evasione, per oltre 400 miliardi di dollari in cinque anni.

Apple è accusata di non aver pagato le tasse per almeno 74 miliardi di dollari ogni anno, e più precisamente dal 2009 al 2012.

Ma come ha fatto? Apple è riuscita ad evadere il fisco, sempre secondo l’accusa, essendo riuscita ad investire in una fitta rete di filiali e società sussidiarie all’estero, create ad hoc per non pagare le tasse.

Nella relazione si leggono le seguenti parole “Apple è una storia americana di successo, Oggi, Apple Inc. gestisce più di 102 miliardi di dollari in contanti, cassa e altre disponibilità liquide equivalenti e titoli negoziabili. I dirigenti di Apple hanno detto al sottocomitato che la società non ha alcuna intenzione di restituire i fondi agli Stati Uniti a meno che e fino a quando non vi è un ambiente più favorevole, come un tasso più basso d’imposta sulle società. “.

In risposta a questa dichiarazione il senatore democratico del Michigan, Carl Levin, in una requisitoria sull’indagine nei confronti di Apple ha detto:” Per Apple non è stato sufficiente muovere i suoi profitti verso paradisi fiscali offshore ma è andata oltre, riuscendo ad accumulare miliardi di dollari affermando al contempo che fiscalmente non risiedevano in nessun posto”.

Quindi se le accuse saranno confermate, Apple oltre ad essere il più grande contribuente dell’intera nazione, sarà anche il più grande evasore.