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  • APPLE BREVETTA LA BATTERIA RICARICABILE A SCUOTIMENTO

    È noto che quando si tratta di brevetti Apple non si risparmia. Ecco perché forse non stupisce l’ultimo strano brevetto di Cupertino, confermato solo qualche ora fa, che permetterebbe di ricaricare un iPhone senza doverlo necessariamente collegare ad una presa elettrica o ad un computer.
    Avete presente quelle torce elettriche che funzionano “a scuotimento”? Un magnete, tipicamente di forma cilindrica, è posizionato all’interno del manico della torcia. Muovendo la torcia è possibile far scivolare il magnete attraverso una spira di filo metallico, anch’essa posizionata nel manico, generando energia elettrica.
    Trasformare lavoro meccanico in energia elettrica non è una novità, ma lo è il modo in cui Apple applica questa idea ad un telefono. In genere sono necessari un magnete di discrete dimensioni e una spira con molti avvolgimenti per produrre una energia sufficiente all’accensione della torcia. Come può essere possibile ricaricare un telefono con questo principio, senza tornare alle dimensioni del TAC di Motorola?
    Scrive Apple nel brevetto: “Per raggiungere una potenza sufficiente, un sistema tradizionale include tipicamente spesse bobine di cavo metallico che aumentano le dimensioni totali del dispositivo. Non solo, la bobina di cavo e il magnete di un sistema tradizionale sono spesso posizionati in una maniera non efficiente che aumenta ulteriormente le dimensioni complessive“.
    La soluzione degli ingegneri di Cupertino: stampare la bobina su un foglio per circuiti elettrici, e posizionare sottilissimi magneti nel telefono. Ogni movimento del device produce uno spostamento dei magneti attraverso la bobina, generando di conseguenza corrente elettrica.
    Certo sarà ancora necessario collegare il telefono ad una presa elettrica, ma la durata di una carica non potrà che aumentare considerato la quantità di movimenti che, quotidianamente, sopporta uno smartphone. Ora rimane da vedere se Apple ha intenzione di applicare il brevetto in qualche device, o se rimarrà in un prototipo, chiuso nei laboratori di Cupertino.
  • MULTA AD APPLE DI 2,22 MILIONI DI DOLLARI PER L’USO DELLA SIGLA 4G

    Non è trascorso neppure un mese da quando Apple aveva deciso di eliminare la sigla 4G dai siti web, rivolti ad australiani ed inglesi, coi quali viene promossa l’ultima versione del tablet iPad. Le contestazioni rivolte alla Mela erano chiare e riguardavano l’impossibilità, da parte degli acquirenti del nuovo iPad Wi-Fi + 4G di connettersi con le reti mobili LTE (Long Term Evolution). Gli operatori telefonici e di rete che nel Regno Unito così come in Australia commercializzano connessioni a banda larga di tipo LTE sono obbligati, infatti, ad usare frequenze trasmissive differenti da quelle previste negli Stati Uniti. E questa è la situazione in tutta l’europa e anche nel nostro paese, infatti anche sul sito web italiano la Apple ha eliminato la sigla 4G.



    Così, se già Apple aveva preferito rinominare gli iPad Wi-Fi + 4G in “Wi-Fi + Cellular, dall’Australia arriva oggi le notizia di un accordo con l’antitrust. Stando ai termini dell’intesa raggiunta, Apple è tenuta a versare un’ammenda di 2,22 milioni di dollari ed è obbligata ad ammettere che le descrizioni utilizzate per pubblicizzare il nuovo iPad alla clientela erano “fuorvianti”.

    Apple aveva proposto il rimborso del prodotto acquistato qualora un utente australiano od inglese ritenesse di essere stato tratto in errore dall’indicazione “4G”. Un termine che resta comunque tutt’oggi davvero troppo generico e che forse non dovrebbe essere utilizzato. La sigla “4G”, infatti, fa riferimento alle tecnologie ed agli standard di quarta generazione che permettono, in mobilità, di fruire di connessioni dati più performanti e quindi capaci di garantire una più elevata banda passante. Lo stesso LTE non è ancora propriamente uno standard 4G perché si colloca a metà strada tra le tecnologie 3G (ad esempio, UMTS, HSPA, HSPA+ e Mobile WiMAX) e quelle della generazione successiva, ancora in fase di sviluppo e recentemente approvate dall’ITU.

  • APPLE BLOCCA LE VENDITE DEL GALAXY S 3 NEGLI USA

    Apple ha bloccato la vendita di Samsung Galaxy S 3 negli USA con un ingiunzione preliminare per la violazione di un brevetto di Siri.
    Apple accusa Samsung di aver spudoratamente copiato l’idea di Siri creando S-Voice. Secondo l’esperto di brevetti Florian Mueller sembra che Apple abbia la situazione in pugno e Samsung non ha via di scampo.
    Samsung, punta molto a questo dispositivo dato che ha ricevuto circa nove milioni di pre-ordini da tutto il mondo. Apple, ha imposto a Samsung di non vendere il nuovo Galaxy SIII negli USA prima che la corte si pronuncerà riguardo il movimento di ingiunzione preliminare di Apple.
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  • 5 GIORNI AL WWDC 2012: ECCO COSA ASPETTARSI

    Mancano solo 5 giorni al keynote del WWDC 2012 in cui si preannunciano tante novità nel mondo Apple. I rumors e le indiscrezioni ormai ci giungono ogni ora. 
    Cerchiamo quindi di far un po’ di chiarezza e capire cosa possiamo aspettarci il prossimo 11 Giugno.





    Abbiamo appena visto che Apple ha installato dei cartelloni al Moscone Center dove campeggia la scritta: ” Dove grandi idee diventato grandi cose” quindi si presume che ci sia “molto” da aspettarsi.


    Le cose sicure sono poche, innanzitutto sappiamo che Apple presenterà il nuovo sistema operativo mobile, cioè iOS 6, che vedrà presumibilmente un restyling delle App Native oltre ad un nuovo sistema di Mappe proprietario, ma che comunque non sconvolgerà la UI del sistema; queste tra le novità più interessanti e sicure quasi al 100%.


    Poi ci sarà presumibilmente il rilascio di Mountain Lion, la nuova versione del sistema operativo per Mac, annunciato alcuni mesi fa e tutt’ora in fase di beta. Il rilascio era stato annunciato da Apple per l’estate quindi ci siamo…


    Per quanto riguarda i nuovi prodotti che Apple potrebbe presentare lunedì: un nuovo iPhone è impensabile visti i tempi prematuri rispetto l’uscita del 4S. Stessa questione per un presunto iPad Mini che anche se dovesse essere mai presentato è più probabile a Settembre-Ottobre. Invece le indiscrezioni si fanno più insistenti nelle ultime ore sul possibile rilascio di nuovi Mac Pro, il cui aggiornamento ormai è datato e di nuovi MacBook Pro che necessitano anche loro di un “restyling”. Tra le possibili caratteristiche di quest’ultimi ci dovrebbero essere il Display retina, i nuovi processori Ivy Bridge, USB 3.0 e SSD di serie.
    Per iMac e MacBook Air ci sono meno possibilità.


    Queste sono le notizie che al momento possiamo conoscere e che comunque sono tutte da confermare, visto che quando si tratta di Apple capire i piani è sicuramente un arduo lavoro, restate con noi per sapere gli ultimi aggiornamenti prima dell’evento di lunedì.

  • APPLE LANCERA’ UN ACCESSORIO PER TV PER EFFETTUARE VIDEOCHIAMATE CON FACETIME

    Non solo iTV, secondo il CEO del provider video internet Brightcove, Apple potrebbe immettere nel mercato un accessorio che porterebbe le chiamate video con Facetime e il controllo dei movimenti a tutte le HDTV.
    Jeremy Allaire, CEO di Brightcove, in un editoriale pubblicato da All Things Digital, ha parlato della possibilità che Apple possa vendere in futuro, oltre alla chiacchierata iTV, anche un nuovo accessorio dedicato a tutte le TV HD non-Apple, che permetterebbe di effettuare le videochiamate con Facetime.
    Questo nuovo gadget della mela morsicata dovrebbe avere una forma a barra di circa un pollice di altezza e 3 di larghezza, con porta hdmi e connettività a internet (non si sa se ethernet o wireless).
    “Come la Apple TV, avrà una porta HDMI e un jack per la corrente sul retro, ma includerà anche una camera hd come tutti i prodotti iOS, che permetterà le videochiamate con riconoscimento vocale e di movimento”
    L’idea di questo teorico accessorio deriva dalla convinzione di Brithcove che Apple non produrrà un TV vera e propria, piuttosto continuerà a migliorare iOS per poi applicarsi nel capire come il sistema operativo mobile di Cupertino possa migliorare a cambiare completamente il modo in cui viviamo la tv nei nostri salotti.
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  • GUIDA: CAPIAMO BENE LA GARANZIA APPLE!

    FACCIAMO UN PÓ DI CHIAREZZA!

    Cosa significa tutto ciò? Ho diritto a due anni di garanzia? E a chi devo rivolgermi per farla valere? Diciamo subito una cosa: Apple, ed era ora, ha finalmente chiarito la sua posizione in merito alla garanzia legale e si è finalmente attenuta a quelle che sono le norme dell’Unione Europea. Da ora Apple riconosce che la garanzia legale su tutti i suoi prodotti  è di due anni e, come prevede la norma, nel primo anno ci si può rivalere direttamente con il produttore (Apple in questo caso), il secondo anno solo con il venditore. Questo significa che se acquistate un prodotto presso un Apple Store, sullo store online di Apple o presso un APR (Apple Premium Reseller), Apple diventa automaticamente non solo produttore, ma anche venditore, per cui avrete diritto a chiedere la garanzia legale di due anni direttamente all’azienda (sia nel primo che nel secondo anno). Se, invece, acquistate un prodotto Apple presso un altro negozio, ad esempio da Mediaworld piuttosto che Saturn o da qualsiasi altro negozio di elettronica autorizzato, allora la Apple rimane solo produttore e non venditore. In questo caso, quindi, nel primo anno potrete rivolgervi direttamente alla Apple, per il secondo anno dovrete rivolgervi invece al venditore. La garanzia legale di due anni copre i difetti presenti al momento della consegna (si presume che i difetti che si manifestano nei primi 6 mesi dalla consegna del prodotto esistessero già al momento della consegna). La garanzia annuale di Apple (quella valida per tutti nel primo anno) riguarda i difetti che si manifestano dopo la consegna e fornisce servizi in più che non sono più validi nel secondo anno, anche quando Apple diventa “venditore”: assistenza telefonica (gratis i primi 90 giorni), assistenza presso un Apple Store o altri fornitori di servizi autorizzati, assistenza carry-in o mail-in e copertura all’estero. Poi c’è la questione Apple Care. Questa è la garanzia aggiuntiva, a pagamento, che il cliente può acquistare a parte insieme al suo dispositivo o prima della scadenza del primo anno di garanzia. Tale garanzia offre una copertura di 3 anni per i Mac e i monitor Apple e di due anni (quindi come quella legale) per Apple TV, iPad, iPhone e iPod. In questi due o tre anni, però, la garanzia è più estesa rispetto a quella legale e copre i difetti che si manifestano dopo la consegna, assistenza tecnica telefonica per tutto il periodo, assistenza presso gli Apple Store o i fornitori di servizi autorizzati, assistenza carry-in o mail-in, servizio di sostituzione rapida per iPhone e iPad e servizio di assistenza remota online per i computer desktop. Quindi, ricapitolando: TUTTI abbiamo diritto a due anni di garanzia Apple copre SEMPRE il primo anno di garanzia. Il SECONDO anno di garanzia è coperto da Apple solo se il prodotto è stato acquistato presso un Apple Store, un APR o lo store online, altrimenti viene coperto dal venditore L’Apple Care è una garanzia che dura sempre due anni per iPhone, Apple TV e iPad (3 anni per i Mac e i monitor Apple), ma prevede servizi di assistenza più estesi rispetto alla garanzia legale. Questa è la situazione attuale della garanzia Apple che, finalmente, è identica a tutti gli altri prodotti commercializzati da altre aziende.

  • ECCO UN CONCEPT DEL NUOVO MACBOOK PRO

    Il WWDC 2012 si avvicina e con ogni probabilità Tim Cook presenterà una linea completamente rinnovata di MacBook, sia nelle caratteristiche tecniche che nel design.
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    In questo concept, creato da Guilherme Schasiepen su Flickr,mostra la sua idea del nuovo portatile Apple: due colori, tasti in vetro e design più sottile.
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  • APP ESPULSE DALL’APP STORE: APPLE IRROMPE SU FLATTR


    Tra le varie norme imposte dalle condizioni d’uso dell’App Store vi è l’impossibilità di utilizzare sistemi di pagamento in-app diversi da quelli forniti da Apple. Una regola, questa, che è costata all’applicazione Instacast la rimozione dal negozio virtuale di Cupertino a causa della presenza al proprio interno dell’integrazione con i servizi offerti da Flattr. Il gruppo della mela morsicata, quindi, si è mostrato irremovibile: nessun sistema di pagamento esterno è accettato entro i confini del mondo iOS.
    Flattr, del resto, rappresenta una delle soluzioni di maggiore interesse nel settore dei micropagamenti, rivolgendosi prevalentemente a coloro che distribuiscono contenuti online di ogni genere e desiderano monetizzare i propri sforzi. Grazie ai propri servizi, infatti, Flattr consente agli utenti di stabilire una quota mensile da donare, la quale viene suddivisa poi alla fine di ogni mese tra tutti i click effettuati dagli stessi sull’apposito pulsante presente sia online che all’interno di alcune applicazione, con una ripartizione equa tra tutti coloro verso i quali ogni utente ha mostrato interessa.
    L’integrazione con Instacast, quindi, consentiva ai creatori di podcast di ottenere donazioni dai propri ascoltatori ed in una prima fase sembrerebbe esser riuscito ad ottenere anche un discreto successo, con centinaia di click da parte degli utenti. All’inizio del mese di maggio, però, gli addetti dell’App Store hanno notificato alla società che ne cura lo sviluppo la rimozione dall’elenco delle app approvate: di qui è iniziato un lungo tira e molla, con Apple che non ha modificato in alcun modo la propria posizione.
    Il gruppo di Cupertino, quasi sicuramente per proteggere l’egemonia dei servizi di pagamento in-app messi a disposizione, i quali rappresentano una forte garanzia di introito e di monetizzazione del successo dell’App Store, ha quindi suggerito ai gestori di Instacast di utilizzare una pagina web per i pagamenti, benché non sia quanto di meglio auspicabile in termini di esperienza d’uso. Flattr, d’altro canto, mediante il proprio blog ufficiale ha fatto sapere di voler continuare ad esser presente nelle app per iOS e continuerà a discutere con Apple per individuare una soluzione che possa soddisfare le esigenze di ambo le parti.