Nel quadro di un workshop che si è tenuto a Lomé, capitale del Togo, Afate Gnikou sta mettendo a posto una stampate 3D per realizzare un manufatto a partire da un disegno e con materiali riciclati. Questa è una stampante 3D che legge i disegni a partire da un computer e realizza gli oggetti facendoli stampare in formato tridimensionale. Gnikou ha speso mesi nello sperimentare questo dispositivo e spera che possa servire un giorno ad aiutare chi pensa di fabbricare case sul pianeta Marte. Gnikou mostra come la stampante stia realizzando un contenitore. In un continente in cui la ricerca tecnologica è debole questa esperienza fa controtendenza.

AFATE GNIKOU, inventore:
“ Il mio sogno è ridare speranze alla gioventù’ e mostrare che anche l’Africa puo’ avere la sua voce sulla ribalta globale in tema di tecnologia. Anche noi possiamo creare delle cose, perché l’Africa deve essere l’ultima in tecnologia?”

Questo tecnico ha ricavato parti del suo congegno da una discarica di materiale elettronico di Lomé dove va a caccia delle componenti. Motorini e cavi sono i pezzi che ha riciclato per la stampante.

AFATE GNIKOU:
“Vengo qui molto spesso per vedere cosa resta delle unità centrali e degli scanner per vedere quello che mi puo’ servire come le cinghie che servono alle stampanti 3D”.

Afate Gnikou pensa che le sue stampanti potranno essere utili per gli africani che potranno cosi’ stamparsi oggetti in 3D, utensili e cose simili che qui mancano. Ma il suo lavoro non è solo un contributo allo sviluppo dell’Africa, dimostra come la tecnologia apparentemente vecchia possa essere riciclata piuttosto che semplicemente rottamata.


In questa scuola di Lagos, Nigeria, gli studenti stanno affrontando una nuova esperienza mentre imparano a maneggiare le lingue estere. Con la nuova tecnologia e la domanda di apprendimento delle lingue internazionali molte delle famiglie urbanizzate in Nigeria perdono l’uso dei loro dialetti, soprattutto in città. Per cercare di mantenere le lingue tradizionali e la cultura locale è sorta una star up che insegna ad adoperare la tecnologia per raccontare il patrimonio mitico locale soprattutto ai bambini e immergerli nella loro lingua e la loro cultura. I ricercatori hanno creato un linguaggio per l’apprendimento informatico completato da animazioni, narrazioni in una sorta di lezione virtuale.

ADEBAYO ADEGBEMBO, responsabile del progetto:
“Il nostro è un obiettivo di tipo culturale rivolto a quei bambini che non sono stati coinvolti nel loro patrimonio locale, nella loro cultura. Pensiamo che questo sia il nostro piccolo contributo per dare un’idea di quelle che sono le loro radici per riconquistarsi un’identità culturale”

L’applicazione giunge a tempo mentre la globalizzazione prevale con l’inglese diventato lingua nazionale in Nigeria. Un graduale declino delle 500 diverse lingue nazionali è ben avvertito in tutto il paese.

Il costo dell’applicazione è di circa 10 mila dollari ed è stato ben accolto da diverse scuole dei quartieri di Lagos. Per poter adottare questo programma bisogna disporre di Smartphone e Tablet che servono per l’apprendimento.